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Amatevi gli uni gli altri

V domenica di Pasqua – “Vi do un comandamento nuovo…amatevi gli uni gli altri…”

 

Il brano del Vangelo che oggi ascolteremo fa parte del grande discorso di “Addio” che Gesù rivolge ai suoi discepoli. Gesù annuncia ai discepoli la sua partenza, che è un ritorno al Padre e che sarà seguita da una nuova presenza, lo Spirito della verità: il Paraclito. Il compimento della rivelazione di Cristo  culmina nella crocifissione. Nella croce di Cristo Dio viene glorificato e in tal modo rivela la sua gloria al mondo attraverso la resurrezione di Gesù Cristo. 

 

Il Signore dona il «nuovo comandamento» dell’amore. Si tratta di un «comandamento nuovo» nel senso che l’amore non è frutto di costrizione, ma è per sua natura, gratuito, liberante e oblativo. Ma Gesù dà anche la forma, la misura, lo stile di questo amore: “Amatevi come io ho amato voi”. Si tratta di amare l’altro come lo ama Gesù, cioè accogliendolo così com’è, perdonandolo e rimettendogli i peccati, prendendosi fedelmente cura di lui, rendendolo fratello o sorella fino alla morte, fino a deporre la vita per lui/lei. (E. Bianchi)  

 

Il modello dell’amore è nella relazione intima tra Gesù e il Padre. Si tratta di un amore oblativo e filiale, che rende amici e dona libertà, rivelando la grandezza della paternità di Dio.  A colui che ha amato per primo, l’uomo è chiamato a dare una risposta di amore. L’appello di Gesù risuona come il motivo centrale e dominante del messaggio biblico: amare con tutto se stessi, coinvolgersi nell’esperienza dell’amore unico ed irripetibile del Padre, sentire la scelta di amare come progetto pienamente umano proiettato nel mistero trinitario. Il comando dell’amore vicendevole è un dono rivelato all’uomo in vista della sua comunione trinitaria.

 

Il cristiano, infatti, non si distingue perché prega (pregano tutti gli uomini religiosi e anche i non religiosi quando sono nell’angoscia!); non si distingue perché fa miracoli (in tutte le religioni ci sono taumaturghi); non si distingue perché ha una sapienza raffinata (l’oriente ha elaborato una sapienza che rivaleggia con la nostra occidentale): no, si distingue perché ama, ama come Gesù, “fino all’estremo” (Gv 13,1)! (E. Bianchi)

Solo vivendo l’amore e realizzandolo seriamente e concretamente con scelte  gesti semplici di accoglienza, di attenzione e di vicinanza, saremo testimoni credibili davanti al mondo….ma soprattutto ci riconosceranno che apparteniamo a Gesù, che siamo suoi discepoli, da come ci ameremo…sembra difficile ma non lo è, perché Gesù è con noi!


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