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Vangelo della Domenica: “Alzati e va’ la tua fede ti ha salvato!”

XXVIII domenica del tempo per annum

Il Vangelo che ascolteremo, ci racconta della guarigione dei dieci lebbrosi. Dieci uomini malati che fiduciosi vanno dal Maestro e gli chiedono la guarigione. Gesù non chiede nulla, non li fa attendere, subito li rimanda al tempio per la dichiarazione di guarigione. Mentre vanno al tempio, “furono purificati”. Tutti guariti! Tutti sani! Uno solo sa essere riconoscente con il benefattore, e torna indietro non solo “lodando” Dio, prostrandosi “davanti a Dio” per ringraziarlo. Qui Gesù, mentre biasima chi non sa essere riconoscente, compie un miracolo ancora più grande, lo guarisce anche nello spirito: “…va’ la tua fede ti ha salvato!”

Oggi questa breve pagina del Vangelo di Luca ci verifica circa la nostra capacità di saper ringraziare sempre Dio per tutto quello che ci concede. Abbiamo sempre il suo nome sulla bocca ogni qual  colta siamo in pericolo, una qualche situazione di necessità, nella malattia, nelle preoccupazioni, etc…etc.. Ma appena  la bufera, le nuvole, il buio… passano, facciamo presto a dimenticarci del nostro Benefattore. La riconoscenza, spesso, non ci appartiene…anzi noi “pretendiamo” da Dio! Tutto ci è dovuto. Anzi, guai quando non ci toglie dalle difficoltà, non ci toglie la croce, non ci toglie dai pericoli dove “liberamente” ci siamo cacciati.

Umanamente noi pretendiamo sempre la riconoscenza da parte di quanti hanno beneficiato, anche se in minima parte di una nostra attenzione, e come restiamo male quando non ci ritorna la riconoscenza di chi è stato aiutato. E Dio….che sempre dimentichiamo per tutti i benefici con cui arricchisce la nostra vita, come dovrebbe rispondere alle nostre inadempienze, freddezza, superficialità e indifferenza? …per fortuna che è Dio! E nonostante tutto ci ama da Padre… Nel Vangelo odierno, un samaritano, un forestiero e nemico   - cui nemmeno era dovuto di tornare in dietro per le cattive relazioni che intercorrevano tra i samaritani e gli ebrei -    è il solo che torna a riconoscere Gesù come Dio e “si prostra” e lo ringrazia. E’ proprio vero che la riconoscenza spesso si riceve da chi meno te l’aspetti, anzi forse più dal tuo nemico che dal tuo amico. Ma a noi tocca vivere lo stile di Dio, circa la benevolenza verso i fratelli, e dobbiamo comprenderli anche quando non ci ringraziano, e dovremmo perdonarli!

E’ bello vivere la domenica come il tempo e lo spazio del ringraziamento. Allora, fratelli e sorelle, salga generoso il nostro “grazie” per come il Signore ha guardato ciascuno di noi per tutta la settimana, e facciamo della messa domenicale una grande offerta a Dio, facciamola diventare il nostro personale e particolare giorno di rendimento di grazie e di benedizione. Abbiamo l’eucaristia, e usiamola come unico e vero strumento per alzare le nostre mani e benedire la bontà di Dio, per riconoscerlo Signore della nostra vita e unico e sommo Bene, il vero Bene. A Lui solo la lode e la benedizione e il nostro grazie filiale.

Don Luigi Tommasone

www.parrocchiasangiacomo.org


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