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V domenica di pasqua anno B – Domenica di Gesù vite e noi i suoi tralci

V domenica di pasqua anno B – Domenica di Gesù vite e noi i suoi tralci

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La liturgia della Parola di questa V settimana di Pasqua presenta Gesù come vite vera di cui noi siamo i tralci. Egli così si presenta all’inizio del brano giovanneo. Gesù sottolinea che se non “rimaniamo in Lui” - come il tralcio se non rimane nella vite muore - anche noi rischiamo di morire. La linfa vitale della sua grazia e della vita nuova che ci ha conquistato sulla croce e nella sua resurrezione se non passa da Lui a noi, rischiamo di morire, di diventare secchi e inutili. Il Padre allora taglierà e poterà ciò che non è vivo. Ecco la necessità di “rimanere” sempre pienamente innestati in Lui nella fedeltà. Quante volte in questo brano ascolteremo il verbo “rimanere”. E’ una necessità fondamentale per il cristiano rimanere unito a Cristo fonte della vita e della Grazia. Dobbiamo restare uniti a Lui attraverso la comuntà dei fratelli, attraverso la Chiesa. Noi, pur sapendolo, purtroppo cerchiamo altrove la vita, cerchiamo altrove e lontano da Lui altra linfa. spesso ci illudiamo di poter trovare o in noi stessi, o fuori da noi, quella Grazia e quella vita che solo il Signore ci può dare. Oggi Gesù ci ricorda: “senza di me non potete far nulla”!!! E’ vero solo con Lui potremo davvero portare frutto! Ci tocca portare frutto!... e dobbiamo portarlo con abbondanza! Sì, perché il Padre dal giorno del nostro Battesimo, e con tutti i sacramenti che ci ha dato e che noi continuiamo a ricevere, ha tutto il diritto di “richiederci” frutti di amore, compassione, perdono, misericordia., pazienza, disponibilità, abbandono, impegno, preghiera…. Questo vuol dire essere discepoli di Gesù: far in modo che la sua linfa vitale, il suo amore vero e totale, “passi” nella nostra vita e da noi “passi” nella vita degli altri. Chiediamo che il Padre “poti” dalla nostra vita tutto ciò che è contrario alla sua grazia e alla sua vita; “poti” le nostre incoerenze e peccati; migliori il nostro essere tralci inseriti nella vite che è Gesù perché dalle nostre opere, dai nostri pensieri e sentimenti, dalle nostre parole tutti possano comprendere in Chi “restiamo”, viviamo e siamo. “Rimanete in me… e porterete frutto”. Che tutto ciò si realizzi in noi!

don luigi tommasone


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